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NATALE IN TRINCEA

NATALE IN TRINCEA
NATALE IN TRINCEA

In occasione delle feste natalizie, nell’ambito della mostra IL CIOCCOLATO NELLA GRANDE GUERRA,  è stato realizzato uno spazio di approfondimento intitolato “Natale in trincea” dove abbiamo raccolto curiosità, vecchie pubblicità, scatole e figurine realizzate dai produttori di cioccolato tra il 1914 ed il 1918.

Nel corso di questi anni di ricerche era infatti emerso come il cioccolato, soprattutto nel periodo bellico, rappresentasse un dono assai gradito per le feste, un momento di dolcezza per milioni di soldati che erano costretti a vivere lontani da casa e dagli affetti più cari, magari nel freddo e nel disagio di una trincea o in un ospedale.
Era il 28 luglio 1914 quando Austria e Germania dichiararono guerra alla Serbia, dando così inizio alla Prima Guerra Mondiale.

Già nel Natale di quello stesso anno troviamo le prime confezioni regalo contenenti dei cioccolatini, come nel caso della scatola in ottone regalata dalla Principessa Mary a tutti i soldati britannici impegnati in Patria e oltremare. Sul coperchio, oltre all’ovale centrale con il ritratto della Principessa, sono riportati i nomi dei paesi alleati: Belgio, Inghilterra, Giappone, Francia, Russia, Serbia e Montenegro (fig.1). Manca l’Italia, perché entrò in guerra l’anno successivo. Per realizzare la scatola-dono fu indetta una raccolta pubblica di fondi, che raggiunse l’ingente cifra di 162 mila sterline di allora, grazie alla quale, fra il Natale 1914 e 1915,  vennero realizzate due milioni e mezzo di scatole regalo che, in alternativa ai cioccolatini, potevano contenere sigarette, tabacco o pipa stoppino e accendino. Tutte, comunque, contenevano un biglietto con la scritta “Con i migliori auguri per un Vittorioso Nuovo Anno dalla Principessa Mary e dagli amici a casa”.

Anche alcune fabbriche di cioccolato prepararono delle confezioni natalizie per i soldati, come nel caso della Cadbury Bros Ltd (Bourville) che realizzò nel corso degli anni varie scatole di cioccolatini da offrire in dono ai soldati ricoverati negli ospedali. Le due scatole (fig. 2 e 3) presentate sono in cartone e si riferiscono al Natale 1915 e 1916, entrambe riportavano la dedica “Ai nostri soldati e marinai feriti gli auguri di un felice Natale e di una pronta guarigione”.

Fra i vari ritrovamenti il più curioso è senza dubbio un Menù del Natale 1917 (fig. 4) per i soldati ricoverati nell’ Hopital Pupier di St-Etienne. Durante la guerra la fabbrica di cioccolato Pupier aveva ceduto parte del nuovo stabilimento alla Croce Rossa, che l’aveva trasformata in Ospedale Ausiliario con 250 posti letto, come dichiarato con orgoglio sulle cartoline con veduta dello stabilimento che i ricoverati spedivano ai loro cari a casa.
In quegli anni di guerra anche le confezioni regalo assumevano sembianze belliche, come testimoniato dalle innumerevoli campagne pubblicitarie del tempo. In Francia, la cioccolateria Marquise de Sévigné realizzava strenne natalizie davvero particolari (fig. 5 e 6), scatole per cioccolatini a forma di granata e proiettili o con immagini di infermiere, soldati dei vari gradi o scene di guerra. Un apposito servizio permetteva di recapitare i doni direttamente in zona di guerra.
In America, nell’anno 1917, la fabbrica di cioccolato Whitman’s (Philadelphia) aveva realizzato una campagna pubblicitaria in cui un Babbo Natale portava in dono scatole di cioccolatini definite “Munizioni di felicità, per un Natale a casa o sui campi di battaglia”(fig.7).

L’atmosfera natalizia veniva evocata in trincea anche attraverso delle figurine, come nel caso della cioccolateria tedesca Stollwelck (fig.8) , le cui figurine mostrano un gruppo di militari raccolto intorno ad un piccolo albero di Natale con un soldato che porta doni da casa.
Il vero miracolo di Natale avvenne alla vigilia del 1914, allorché da due trincee avverse sul fronte occidentale cominciarono a levarsi dei canti di Natale. La magia di quella notte interruppe le ostilità, un sentimento di fratellanza superò le rivalità, ad uno ad uno i soldati uscirono dalle trincee per andare nella terra di nessuno a stringere le mani di quei “nemici” che in realtà erano semplicemente dei ragazzi come loro. Si scambiarono auguri e doni, le piccole cose preziose che avevano, sigarette, cioccolata, cibo e poi improvvisarono una partita di calcio. Ma ben presto l’incantesimo finì, gli alti ranghi riportarono ordine, un abbraccio e tornarono ognuno nella propria trincea. Questo episodio ricordato come la “Tregua di Natale” è stato raccontato in svariati libri, film ed anche in uno spot pubblicitario del cioccolato Sainsbury’s.

La tregua di Natale (Lindau, Torino2014) pp. 186, 14 € – Film Joyeux Noel – Tregua di Natale, 2005 scritto e diretto da Christian Carion.


 

 

30 aprile 2016 inaugurazione a Gerano (Roma) della mostra “Il Cioccolato nella Grande Guerra”

30 aprile 2016 inaugurazione a Gerano (Roma) della mostra “Il Cioccolato nella Grande Guerra”

 

IL CIOCCOLATO NELLA GRANDE GUERRA

da peccato di gola a genere di conforto

 

Fra i tanti modi in cui è possibile ripercorrere gli anni della Grande Guerra, questa Mostra vuole proporne uno che è certamente meno importante di altri e che tuttavia ha una sua particolare rilevanza.
E’ proprio durante questo conflitto che il cioccolato, considerato fino ad allora un prodotto d’élite riservato all’aristocrazia ed alla ricca borghesia, venne inserito fra i “generi di conforto” degli eserciti di tutto il mondo per i suoi effetti benefici sia a livello fisico che mentale.
La mostra racconta la Grande Guerra attraverso figurine, cartoline, scatole di latta pagine pubblicitarie e materiale promozionale che le Aziende cioccolatiere dei Paesi contendenti realizzavano sia per i soldati al fronte che per i loro cari rimasti a casa.
Il racconto si svolge partendo da una figurina francese del Chocolat Pupier con l’assassinio dell’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e prosegue con scatole inglesi con i membri dell’Intesa, scatole regalo di cioccolatini donate dalla Principessa Mary o da aziende cioccolatiere ai soldati al fronte o ricoverati in ospedali, cartoline e figurine che con le loro immagini raccontavano le fasi salienti del conflitto come la presa di Gorizia, Trento e Trieste o personaggi sconosciuti ai più come Maria Abriani, medaglia d’Argento e prima eroina della Grande Guerra.
Facendo poi un confronto fra le campagne pubblicitarie del cioccolato dei vari Paesi durante la guerra e è interessante notare come, pur se in un ambito così specifico, risaltino le caratteristiche peculiari dei vari popoli. Nelle pubblicità italiane della Talmone e Moriondo & Gariglio dominano le impervie montagne da riconquistare con soldati accompagnati da muli che trasportano casse di cioccolato e frasi tipo: “Sii forte prega spera e vincerai”, Dio ti benedica come ti benedice tua madre”, Sii valoroso col nemico e generoso col vinto” che esaltano i valori del nostro popolo: Dio, famiglia onore e generosità.
Gli Americani si concentrano sulle virtù intrinseche nel cioccolato che, nelle campagne della Baker’s e Frys definiscono “Cibo perfetto, che scaccia la fatica e aumenta la forza e la resistenza sia fisica che mentale”, caratteristiche per cui è stato inserirlo nelle razioni militari destinate alle truppe in servizio attivo.

Nelle pubblicità tedesche del cioccolato Stollwerck non ci sono frasi patriottiche o che illustrano il prodotto, ma solo immagini d’impatto di fieri soldati che marciano con il fucile sotto il braccio ed una tavoletta di cioccolato che sbuca dalla tasca.
Gli spunti e le curiosità trovati sono davvero tanti, come nel caso dello scrittore Ernest Hemingway che, giunto in Italia come volontario della Croce Rossa era uno degli “assistenti di trincea” che portavano ai soldati generi di conforto e per questo soprannominati “i ragazzi della cioccolata”.
Alla fine della guerra l’orgoglio dei successi raggiunti porta molte aziende cioccolatiere, come nel caso della Bonatti di Milano, a realizzare una nuova tavoletta di cioccolato denominata “Vittoria!”.

bonatti_vittoria_small
Non vengono comunque tralasciati gli aspetti più dolorosi del conflitto come le migliaia di invalidi ricordati nelle figurine francesi Chocolat Ibled e Guerin Boutron o le immagini di bombardamenti come quello della Chocolaterie Bruillet di Soissons.

 

Casa delle Antiche Scatole di Latta, Gerano (Roma) 3487960033 ingresso gratuito – Inaugurazione sabato 30 maggio www.casadellescatole.org

Gorizia: presentazione del volume “Cioccolato nella Grande Guerra”

Gorizia: presentazione del volume “Cioccolato nella Grande Guerra”
Gorizia: presentazione del volume “Cioccolato nella Grande Guerra”
Mostra aperta fino al 10 gennaio 2016!

 

Giovedì 10/12 alle 18 presentazione del volume “Il Cioccolato nella Grande Guerra” e apertura dell’omonima mostra in sala collezioni.

Giovedì 10 dicembre alle 18, nella sala espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, si svolgerà la presentazione del volumeIl Cioccolato nella Grande Guerra. Da peccato di gola a genere di conforto” e a seguire, nella sala collezioni, l’inaugurazione dell’omonima mostra. La pubblicazione e la rassegna sono realizzate dal Museo “Casa delle Antiche Scatole di Latta” di Gerano (Roma) e dall’Associazione Culturale Bazar Mediterraneo di Gradisca d’Isonzo, con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il patrocinio del Comune di Gorizia.

Scatole in latta, cartoline, incarti, figurine, calendari e molto altro: materiali che permettono di scoprire come negli anni della Grande Guerra le modalità di confezionamento e di pubblicizzazione dei prodotti a base di cioccolato, che sempre più si andavano diffondendo tra la popolazione e tra i soldati al fronte, richiamassero, anche in funzione propagandistica, l’evento bellico. Ripercorrendo la storia della Grande Guerra, il volume illustra episodi curiosi ed aspetti poco noti del conflitto, offrendo una visione per certi versi inedita.

Il volume, e la mostra correlata, sono realizzati da Marina Durand de la Penne, direttrice del Museo “Casa delle Antiche Scatole di Latta” di Gerano (Roma) e da Paolo Mucchiut, presidente dell’Associazione Culturale Bazar Mediterraneo di Gradisca d’Isonzo.

La mostra sarà visitabile, con ingresso libero, fino a domenica 10 gennaio 2016 negli stessi orari di apertura della rassegna “Soldati. Quando la storia si racconta con le caserme”: sabato dalle 15.30 alle 19 e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19 e, in occasione del Dicembre Goriziano, anche l’8 dicembre, dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19, e nei pomeriggi di martedì e giovedì, dalle 16 alle 19, a partire dal 15 dicembre e fino al 5 gennaio. Apertura straordinaria anche il 26 dicembre e il 6 gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.

 

Sala espositiva Fondazione Carigo
via G. Carducci, 2
Gorizia
GO
Orario – Ingresso: 18.00 (ingresso libero)
Il 10/12/15

Per maggiori informazioni
Sito web: https://www.fondazionecarigo.it

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